L’ombrello porta sfortuna, o almeno così dicono. Vediamo però quali altre cose che non sai sull’ombrello potrebbero esserci.
Se dico ombrello la prima cosa che viene in mente è sicuramente che porta sfortuna. Difatti è così. Sono cinque le sfortune legate all’ombrello, te le elenco:
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Aprire l’ombrello in casa
lo sanno tutti e lo dicono tutti, ma non è sempre così. Porta sfortuna solo se è nero (per fortuna nessuno li acquista più di questo colore), non è mai stato usato all’aperto, c’è un malato in casa oppure te l’hanno regalato o chi lo pare l’ha ricevuto in regalo.
Gli ombrelli neri da regalare potrebbero essere un modo per vendicarsi di chi ci è antipatico o ci ha fatto qualche sgarbo, se credi nella superstizione. O ci crede la persona a cui lo regali.
Raccogliere l’ombrello
Se ti cade non raccoglierlo, porta tantissima sfortuna, chiedi a qualcuno di farlo per te. Se sei una ragazza single e lo raccogli non ti sposerai mai.
E poi NON appoggiarlo mai sul tavolo e NON regalarlo mai, a meno che tu non voglia augurare sfortuna e cattiva sorte. La pioggia è ritenuta un po’ come i fazzoletti.
Gesto dell’ombrello
Sicuramente conosci il gesto, forse non sai come si chiama. È il gesto di alzare un braccio e poi di portarci una mano sopra. Te lo mostro con un’immagine di Maria De Filippi. Nel nostro paese questo gesto è davvero molto utilizzato. All’estero è davvero meglio non farlo.
Cos’altro c’è da sapere sull’ombrello?
La parola ombrello deriva dal latino umbra, ovvero ombra. Qualcuno è convinto che la superstizione legata a questo oggetto, che veniva utilizzato per ripararsi dal sole, sia nata in Antico Egitto.
Questo popolo venerava il Sole e pare che aprire un ombrello al chiuso, cioè lontano dal Sole stesso, fosse una forma di mancanza di rispetto che avrebbe attirato su di loro la sua malevolenza.
Sappiamo che era presente in Antico Egitto grazie ai disegni e alle incisioni murarie. Qui veniva utilizzato per ripararsi dal Sole (quindi parasole) piuttosto che dalla pioggia, come facciamo ai giorni nostri.
Alcuni storici pensano che sia invece nato in Cina, Giappone o India (estremo Oriente). Anche in Cina l’ombrello è legato a qualcosa di sacro, come per l’Antico Egitto, ma in relazione al culto dell’imperatore.
Più darti, durante l’Impero Romano, divenne un vezzo, un accessorio, che utilizzavano le donne che potevano permetterselo (aristocrazia e borghesia).
Quando è diventato un parapioggia? Nell’Ottocento, quindi moltissimi secoli dopo la sua invenzione.
Sapevi che c’è anche il Museo dell’Ombrello?
Si trova a Gignese (Verbania) e si chiama Museo dell’Ombrello e del Parasole e visto che di questi tempi non lo si potrebbe nemmeno visitare, esploralo con ==> questo link.
In questa zona lavoravano moltissimi ombrellai e avevano persino un linguaggio segreto che serviva per preservare il lavoro da eventuale concorrenza.
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