Avere un negozio al giorno d’oggi è davvero complicato. Purtroppo la crisi non lascia molte possibilità di scelta e spesso chi ne è titolare decide di chiudere perché gli introiti non sono poi così tanti da poter sostenere l’attività.
Certo chi entra in un negozio vede solamente i prezzi sui cartellini, non riesce a percepire, visto che non ne sa molto dell’organizzazione, quanto costa mantenerlo. Il negoziante ha da pagare la merce aggiungendo il 22% di IVA poi su ognuno deve “spalmare” quello che dovrebbe essere il suo guadagno.
Se non fosse che, un negozio prima di avere un effettivo guadagno deve:
Molti negozi, per poter continuare a lavorare e non andare in perdita, sono obbligati a ricaricare di molto la merce che acquistano e questo impedisce loro di fare concorrenza ad altro genere di negozi, ad esempio cinesi, che vendono a prezzi molto inferiori.
Tantissimi negozi chiudono.
Una delle soluzioni è rivolgersi alle aziende che ritirano merce a stock, i cosiddetti stockisti che, a torto o a ragione, vengono visti un po’ come fumo negli occhi. Si sa che pagano poco. Anche loro devono fare i conti con il mercato in condizioni sempre peggiori.
Mercato che impone prezzi di ritiro un po’ generalizzati. Si parla di percentuali. Di base se vendi merce firmata di brand alti puoi avere una quotazione in percentuale, calcolata sulla tua fattura di acquisto. Se la merce è invece di altro genere, per esempio pronto moda, il suo valore è molto più basso.
Inutile dire che, con il mercato in costante peggioramento, si ottiene sempre meno. L’importante però, per cercare di ottenere il massimo da rimanenze e fondi di magazzino, è di venderli subito, appena finita la stagione, senza far passare anni perché la moda passa e vendere qualcosa di fuori moda diventa più complicato e meno remunerativo.
Detto questo è bene sapere che ci sono due tipologie di stockisti:
Spesso i secondi offrono meno. Danno meno valore alla merce, tendono a tirare sul prezzo e a svalutare la merce. Ne ho visti diversi all’opera.
Un’azienda offre più serietà ed è comunque rintracciabile.
Ognuno di loro lavora a modo suo, ma se vi dicono di mettere tutto negli scatoloni, non fatelo! La merce che non si può vedere e controllare viene valutata meno. Voi comprereste a scatola chiusa? Io credo di no. Mettetevi nei loro panni.
Se dovete proprio togliere la merce dal negozio fate delle BELLE foto degli abiti appesi quando ancora riempivano il negozio. Non fotografateli ammassati o con la plastica sopra. Non si vede niente! Le valutazioni sono più o meno simili tra loro. Se qualcuno vi offre troppo poco rispetto agli altri, o molto di più state all’erta. Non accettate pagamenti a 30/60/90. Non ha assolutamente senso. Il pagamento deve essere a ritiro merce. Diffidate anche di chi vi paga di più, ma solo per una parte della merce. porterà via quella più di valore lasciandovi la parte che vale poco e solo per quella guadagnerete davvero pochissimo.
Contattate tre differenti stockisti e poi scegliete quello che vi sembra più serio e vi fa un’offerta che per voi è ragionevole. Quando vendete a stock per cessata attività non aspettatevi di ripagarvi totalmente ciò che avevate speso.
Semplice. La merce è già vecchia e poi chi la acquista deve rivenderla a terzi, deve quindi avere lui stesso un margine di guadagno.
Per chi si trovasse nella condizione di dover vendere merce invenduta chiusura attività ecco alcune aziende che può contattare:
Puoi contattarli liberamente, non ci sono obblighi. Telefonicamente o via whatsapp ottieni info preliminari, ma poi vengono sempre a vedere la merce a spese loro.
Leggi anche:
Le aziende citate ritirano prevalentemente nel Nord e Centro Italia, perché altrimenti il costo di viaggio e trasferimento merce supera il vantaggio dell’acquisto a vostro discapito. Per velocizzare il contatto e avere una riposta più celere, nel messaggio, o nella telefonata citate:
Non ritirano merce usata o ricondizionata.
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fuoritempofuoriluogo
Ho trovato questo articolo estremamente interessante. Il mondo del commercio in effetti è una sorta di piccola guerra. Non immaginavo che ci fossero tutte quelle speculazioni e mercato dietro agli stock di abiti o prodotti invenduti.
Maria Domenica