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Generazione NEET, in Italia il primato negativo

MarinaLavoro, denaro, economia8 anni fa9 Visualizzazioni

Generazione NEET, in Italia il primato negativo

Sai chi fa parte della Generazione NEET? Te lo spiego nell’articolo insieme al perchè il nostro paese è quello con il maggior numero di NèNè in Unione Europea.

Generazione NEET

Come prima cosa NEET non è una vera parola, bensì un acronimo inglese che significa Not in Education, Empolyment or Training.

Sostanzialmente un NEET (tradotto in italiano NèNè) è un ragazzo che non studia, non lavora, non sta imparando qualcosa, come ad esempio un mestiere.

Significa che non fa niente. Passa tutto il santo giorno a non fare nulla. E capisco che poi si possa perdere la pazienza. (Dal punto di vista di genitori, intendo).

Da recenti ricerche condotte in concomitanza con la Giornata Internazionale della Gioventù sono stati raccolti dati e informazioni dai quali è risultato che il nostro bel paese detiene il record negativo.

Al primo posto in classifica con il maggior numero di NEET c’è l’Italia con il 31% di giovani NèNè. A seguito Grecia (26,1%) e Croazia con 24,2%.

I paesi che stanno meglio da questo punto di vista sono Paesi Bassi, Lussemburgo e Danimarca con rispettivamente il 7,2%, 8,8% e 9,3% di NEET.

Il maggior numero di giovani sfaccendati lo troviamo tra i venti e i ventiquattro anni. Sembra che dopo aver finito le scuole dell’obbligo passino anni a non fare nulla. Una volta si parlava di anno sabbatico, ma siamo arrivati a quattro!

In questa relazione fornita dall’Eurostat però non viene riferito se questa generazione NEET ha scelto di essere così oppure è solo un effetto della società.

La differenza?

Sostanziale.

Se vedi una persona sfaccendata e sai che non ha voglia di lavorare né di studiare un po’ di fastidio lo provi. Il nervoso magari ti viene. Se invece sai che non riesce a trovare lavoro la cosa è un po’ differente.

Quindi NEET per volontà o solo per ripiego?

Difficile dirsi, se non prendendo in considerazione caso per caso. Certo oggi non è facile trovare lavoro, ma i giovani di oggi sono anche più difficili di quelli di un tempo.

Non vogliono sporcarsi le mani, non si spezzano la schiena, non hanno grandi obiettivi da raggiungere. Soprattutto non hanno “bisogno”. In fin dei conti mamma e papà ci sono sempre. Giusto?

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